Eccomi qui, di nuovo all’aeroporto, in un angolo dimenticato, scappato da una miriade di pesanti blatte che hanno tentato di levarmi le scarpe con tutta la calza. Insetti che ti passano sopra, che ti si buttano addosso perché camminano di lato guardando il lato opposto, grassissime femmine con elitre invadenti che trasecolano noncuranti con il loro larghissimo carrello pieno di cadaveri, che ti travolgono in pieno e ti trascinano via senza neanche chiedersi il perché. Coleotteri coperti da un bozzolo fumante di vestiti sudati che si lanciano a prendere il bagaglio con l’aereo ancora in movimento, che si lamentano che le portiere non si aprono, che arrivano millisecondi prima di te alla navetta per il terminal, che ti spingono sbuffanti nelle file per arrivare in testa a spargere briciole e pattume nauseante nelle poltrone. Stercorari arancioni che colorano l’aereo di odori speziati e di vomiti, che si taroccano i piedi incessantemente prima di scambiarsi il pane. Periplanete che sacralizzano un gigantesco condotto fognario, che infrattano il loro aspetto e mostrano quello dei figli arancioni con i loro occhi arancioni spenti che dondolano grappoli di cispa avanti e indietro con i capelli unti e le antenne sgraziate e posticce attaccate a una strettissima fronte sudicia dove profende una sozzeria rossa, che entrano nei delicati meccanismi dei sistemi informatici e li bloccano, entrano nei terminal di condivisione e li gremono di stomachevoli pantomime. Esseri fecofili, misogini, pulsanti e flatulenti, ammantati di bianco e grandi rotoli di carta da culo in testa che intasano spazi immensi e sembrano non finire mai. Stanno dappertutto, escono da sotto i pavimenti, dai sifoni, dai bocchettoni. Se li schiacci non muoiono ma puzzano e si moltiplicano tra le feci, perché al termine dell'infestazione del loro mefitico vespasiano, delle loro lande umide calpestate da quelle zampette pelose, hanno scoperto gli aeroporti e quando tutto sarà inquinato e radioattivo, saranno abbastanza resistenti per invadere il mondo. Questo è il pianeta terra, baby.
25 aprile 2013
20 aprile 2013
Huguinho, Zezinho e Luisinho
Chi si ricorda questa puntata e trova il numero del classico dove è stata raccolta, se lo giochi al lotto.

I nipotini, stanchi delle angherie subite, scappano dallo zio Paperino. Nel loro vagare si trovano a dover chiedere ospitalità ad un vecchio signore, dall'aspetto distinto e rassicurante. Egli dimostra tutta la sua disponibilità e mette a disposizione la sua grande villa. Nell'accompagnare i nipotini nel giro di perlustrazione mostra loro tutte le cose che ci sono da fare. Le sue intenzioni sono buone, ma le sue parole, espressione di solo metà dei suoi pensieri vengono male interpretate da Qui Quo e Qua. Infatti, ad esempio, mentre mostra l'immenso giardino, trascuratissimo e pieno di sterpaglie dice: - "Ecco il mio giardino, ultimamente non me ne sono più interessato ed ora si trova nelle condizioni pietose che vedete con i vostri occhi, ma ora che ci siete voi... " - e pensa "farò tornare il giardiniere, gli farò ripulire e sistemare tutto, in modo che questi cari ragazzi abbiano tutto il posto che serve loro per giocare e divertirsi all'aria aperta". Mostrando le cucine, invita i ragazzi a cenare con lui, ma può offrire loro solo poca cosa, perché anche le cucine versano in uno stato di abbandono, e le dispense sono quasi vuote, così dice loro: - Questo è il solo cibo che vi posso offrire, come vedete vivo solo e non c'è nessuno che cucini per me, ma ora che ci siete voi..." e pensa che richiamerà subito quei bravissimi cuochi e camerieri che lo servivano quando ancora dava valore alla propria vita, così che avrebbero preparato e servito i cibi più buoni ai suoi nuovi ospiti. I ragazzi invece, sempre più intimoriti e sconcertati, vengono accompagnati alla loro stanza. Una stanza enorme ma vuota. Il vecchio signore dice loro - "Ragazzi, io vi auguro la buona notte, dormite bene, perché domani ci sarà da divertirsi!" e se ne va. Appena fuori dall'uscio pensa "Accidempoli, mi sono dimenticato di dire ai ragazzi che i letti devono essere tirati dall'armadio... ma va bene così, sono ragazzi svegli, se ne accorgeranno immediatamente.". Invece i ragazzi, trovatisi in una stanza vuota come il loro stomaco si dicono che quello dove sono capitati è un inferno, che questo vecchio profittatore spremerà le loro forze per fare quei lavori dai quali sono scappati, moltiplicati per la dimensione della nuova casa. E propendono per tornare da quel negriero di zio Paperino.
15 aprile 2013
10 aprile 2013
Preghiere
Agli altri pensi Dio che a me ci penso io.

Etichette:
Considerazioni
Ubicazione:
New York, Stati Uniti d'America
05 aprile 2013
Liberté, Egalité, Securité
Sono tornato ieri notte, Siamo partiti da "Les Ulis" per poi fermarci a Parigi. I francesi sono sempre gli stessi, simpatici e molto ben disposti alla pernacchia. Ma le cose più divertenti stavolta sono state:

1) I tipi dell'"hotel" che quando siamo arrivati ci hanno spostato in un altro hotel, ah non vi avevano avvisato? "No, vi ho scritto una mail ieri per conferma", e la city view era diventata cicche su muro scrostato view.

2) Il prezzo dei cibi... non so se tu sei più andato al ristorante da quando sei in Francia, la cosa più baratta è la colazione con caffellatte scaduto e bruschetta, 10 euro perché la facevamo sempre alle 11.01 e... Je suis desolé... l'offerta era alle solo alle 11. A ogni ristorante fanno il pizzo per qualsiasi cosa, allora dopo la seconda volta ho cominciato a chiedergli, allora prendiamo questo e quest'altro, quanto paghiamo? Perché senò ci fate il pizzo. Anche la tipa dell'hotel l'ultimo giorno, "ah mi sono sbagliata, dovete aggiungere altri 4 euro..." al che abbiamo detto "non li aggiungo, denunce moi". Anche perché rispetto al prezzo del biglietto che abbiamo comprato da Expedia il prezzo sulla vista cicche era già levitata.


4) Parigi è così romantica... c'era un film dove uno violentava una tipa bonissima che gli diceva "Arrette toi, Arrette toi" e lui rispondeva, "Eehh attende! Moi je m'arrette!!"


8) Il bus per charles de gaulle che le indicazioni ti fanno girare a vuoto attorno al palais de congres per ore. E quelli per buve', dove devi fare invece ore di fila. E la barchetta della oracle che supera quella dell'Italia.
9) I pischelli militari che girano con un kalashnikov tra la folla... per SICUREZZA..... Poi i rumeni ti continuano a frugare nelle tasche tranquillamente, ma loro non se li fila nessuno, fanno parte del paesaggio.
10) La carta di credito che non va bene, perché non accettano le carte di credito straniere... (né Visa, ne HSBC che, tra parentesi, ha un migliaio di filiali). Ma come, l'unica unità che avevamo in europa non era quella monetaria?
No... perché l'Italia è ovunque!
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