15 settembre 2011

Palermo

Il sole, il mare, i fichi d'india, Empedocle, Archimede... ma la vera piaga che diffama la Sicilia e Palermo agli occhi del mondo, è... il traffico. Perciò, per la prima volta, mi son reso conto che appena arrivo in un posto che non conosco cerco di stabilire quale sia il comportamento degli automobilisti indigeni nei confronti dei pedoni, dal quale si può dedurre molto della loro cultura e carattere.
Il palermitano è sanguigno come le sue arance, anche alla guida, e non si ferma davanti a nulla. Prende le sue misure e dopo un rapido calcolo balistico ti schiva facendo in modo di non fermare quel tormentoso fiume in piena così caratteristico di questa città. La cosa intrigante è che durante un attraversamento mi sentivo molto più a mio agio che in tanti altri posti dove invece si fermano davanti alle strisce ma ti maledicono, o peggio si dimenticano di gestire la fastidiosa eccezione che una persona a piedi costituisce per un guidatore di SUV. Il palermitano invece è verace, disponibile al dialogo, amante della sua bellissima terra, e non esita a chiederti di aiutarti se ti vede dubbioso ad un incrocio o con una mappa in mano tenuta al contrario. D'altra parte, Raul, un simpatico signore Libanese, professore di francese di giorno e spazzino di notte, mi ha parlato della forte diffidenza che i palermitani nutrono nei confronti dei cosiddetti extracomunitari e il rispetto che i giovani stanno totalmente perdendo nei confronti degli anziani. Ma questi, abbiamo convenuto, sono phrobbblemi generazionali ormai distribuientisi sull'intero globo.
Teatro Massimo
Che fare allora a Palermo? Purtroppo il principale problema, dovuto anche alla struttura urbanistica, è un intasamento delle strade e dei cunicoli di uno smog denso e asfissiante, poco piacevole per un amante delle camminate chilometriche alla scoperta degli angoli più segreti, anche perché in molti di questi angoli bisogna scavalcare autovetture parcheggiate in ogni posizione. Una collega di origine palermitana mi ha parlato dello stupore con cui i parenti la guardavano uscire a piedi per fare le compere o commissioni. Si racconta che alcuni di loro usino la macchina per andare al gabinetto, o persino per andare a prendere la macchina stessa.
Palermo è molto bella, storicamente affascinante, paesaggisticamente incantevole, ma molto poco curata. A parte il lungo mare a sud della cala, che comunque mantiene lo stile brullo dell'isola, ad est c'è un odore di pesce nauseante e permanente. Il centro storico è anch'esso attraversato da un traffico senza sosta che non guarda al segnale di divieto. Passano talmente tanti veicoli che l'asfalto e il mattonato sono in certi posti talmente lisci che le macchine semplicemente non possono frenare, e fanno il tipico fischio dell'incidente, anche a 20 all'ora. Molti bei monumenti storici sono cadenti o diroccati, semplicemente abbandonati, un po' a raccontare le sorti della nostra nazione che di storia ne ha assorbita tanta e ora la sta gettando gratuitamente nell'oblio.
Perciò visitare Palermo si "riduce" ad assorbire la sua fantastica storia per ritrovarla poi all'interno dei graziosi monumenti, delle ville, a volte accessibili, in stile liberty, dalle stupende chiese dell'amato stile barocco e delle costruzioni in stile arabo e normanno, che imperniate della passione religiosa dei palermitani fanno assomigliare la città alla spagnola Siviglia. 
I monumenti sono comunque ben indicati sia da una segnaletica uniforme, sia nelle mappe. Senz'altro non si può stare a palermo senza visitare la Cattedrale, il Teatro Massimo o il Politeama, etc., etc. Ma aggiungerei anche i parchi degni di essere visitati tra un parsec di passeggiata e l'altro, e sicuramente i fantastici mercati. D'altronde un'andata e ritorno sulle parallele che tagliano Palermo (via Roma e via Maqueda) con shopping e riposo ai parchi inglesi non si può evitarla.
Sampey abita ancora al porto. Com'è invecchiato!

San Gambardella compagnone
Chi è appassionato della storia di questi lidi, sa che essa viene raccolta in maniera bignamesca nell'interessante palazzo Steri che contiene tra l'altro ancora oggi tutte le tracce dell'ingresso alla città con il suo passaggio doganale, e di una delle più feroci inquisizioni ecclesiastiche della abominevole storia del cattolicesimo. A chi mi dice "ma perché se tu dici che dio non esiste ci crede così tanta gente?". A parte opinare sul verbo credere, gli suggerirei di farsi scortare dalla cinica guida che ci ha condotto alla visita delle varie bocche di tortura, al suono dei ricordi di quello che è stato fatto non solo a tutti i non cattolici, ma anche a chi solo manifestava una parvenza di libero pensiero illuminista. Questo aiuta a capire come è possibile che una religione così subdola sia stata inculcata così fortemente nel nostro strato sociale per molti aspetti ancora medioevale.
Il quadro di Guttuso qui sopra, che è stato prima regalato al rettore e poi al pubblico, mi permette di iniziare il viaggio nel bellissimo mercato della Vucciria. Esso purtroppo si è via via spopolato nel tempo con l'allontanamento degli abitanti dal centro. Ma questo quadro conserva davvero fedelmente tutta la sua fragranza. I personaggi raffigurati sono tutti amici e parenti del pittore, in particolare non tutti sanno che la bella ragazza copiata per tre volte con vestiti dei colori dell'Italia è la vicina dei Costa Smeraldini, ovvero la contessa Marta Marzotto, ex fiamma del simpatico shpennellatore.

I nuovi mercati, sopratutto il mercato del Capo e Ballarò, sono comunque altrettanto popolosi e attraenti, con le carni, i pesci, i legumi, le spezie e gli agrumi siciliani, ma anche con le urla dei venditori e gli odori forti tipici di questa zona. Si estendono per lunghissimi tratti e sono divisi in sezioni, compreso un discreto mercato delle pulci nella zona dello Spasimo.
Una caratteristica che abbiamo notato con la mia collega è la consistente presenza di bellissimi cagnoni randagi. Tutti grandi, belli, in salute e parecchio socievoli. "Pidocchione", il cane che ci ha accompagnato durante la visita di tutto il lungo mare, ci suggeriva dove passare, quando attraversare o meno, e se non seguivamo i suoi consigli eravamo costretti a tornare sui nostri passi e a seguirlo nuovamente mentre borbottava "ve l'avevo detto!". I cani randagi hanno tutta una loro comunità, si salutano quando si incrociano, anche con i cani domestici hanno un rapporto di grande rispetto. A parte l'opinabile tecnica di odorarsi il sedere, dovremo imparare molto da questi quadrupedi.
Palermo è incastonata tra dei promontori che sono impressionanti perché spiovono a picco sul mare. Monte Pellegrino che fornisca una panoramica di tutto il porto di Palermo e Monte di Capo Gallo che si tuffa sulla spiaggia di Mondello. Mondello è il paese con la lunga e bellissima spiaggia dei palermitani. Lo scorcio di questa piccola perla nascosta qui di seguito, in particolare è stato recuperato durante la mia camminata per scalare monte del Capo, che nonostante il pagamento del pizzino all'ingresso, visto che la zona è privata, si è rivelata vana perché arrivato al faro la ripidità mi ha fatto desistere. Non tanto per la salita quanto per la discesa, nella quale il mio costumino da bagno si sarebbe ridotto a brandelli in un attimo.


La sera, e sopratutto durante il fine settimana Palermo si trasforma in un posto vitale, divertente e vivibilissimo. Sopratutto quando molte delle strade più nevralgiche vengono chiuse al traffico. Gli eventi non mancano: un giorno le strade e i ristoranti si riempiono come degli stadi, un altro giorno si festeggiano i vari santi, un altro giorno ancora è giorno di concerti e di spettacoli. Insomma la vita mondana è importante e ben programmata. Sopratutto quando arriva il momento di festeggiare santa Rosalia. Viva viva Santa Rosalia, con il suo bel simbolo pagàno anche lei (o pàgano) del teschione di Amleto.

Il venerdì super festa dunque, sabato musica, domenica festa della Madonna della Mercedes. "NO! Si chiama la Madonna della Mercede!" - mi intima una signora mentre intanto mi dice che comunque in quel rione si festeggia invece la Madonna dell’Addolorata, per la quale non esita a chiedermi subito un obolo. Si sa, Dio ha le braccine corte e non fa mai piovere soldi per i santi inquisitori e tutte le Madonne del suo harem, e l'8 per mille non gli basta mai. A proposito, lo sapevate che dopo tutte le scuse di Giovanni Paolo II, il mitico Roberto Bellarmino è ancora Santo tra i Santi. L'ho scoperto a Palermo mentre guardavo uno dei gioghi che lui stesso teneva oliati. Ci volete ancora finire in paradiso?
Ora pensiamo con la panza: cosa mangiare a Palemmo? Tutto risponderei io. Consigliando la buonissima antica focacceria di San Francesco, dove si possono gustare tutte le prelibatezze più tipiche del posto, dal pane alla milza, agli arancini di Montalbano, e tutti i dolci più buoni come il cannolo (che come lo fanno qui...) riproposto a volte nella veste del pasticcio di San Francesco (che secondo me è solo un cannolo che si è rotto ed è stato ripresentato sotto forma di poltiglia, ma comunque incredibilmente delizioso anch'esso. E tutti gli agrumi e i fichi d'India, questi ultimi sopratutto per gli amanti dei diverticoli intestinali.





Come ultima cosa, come ho fatto io con tutte le valige al carico, senza una bottiglietta d'acqua, sotto il cocente sole del mezzogiorno e in solitaria senza nessuno a raccogliervi, proporrei assolutamente una scalata sul Monte Pellegrino, chiamato così perché meta dei pellegrinaggi della Santa di Palermo. Il monastero di santa Rosalia è un posto estremamente caratteristico, dove tutte le persone vanno a dolgersi e a pentirsi dei propri peccati di esseri umani. Bambini che si picchiano la mano sul petto, vecchiette che svengono durante le crisi mistiche, e il solito lucrosissimo merchandising di ceri, medagliette, acque sante, gli stessi per i quali Wanna Marchi e il mago Do Nascimiento sono stati condannati insomma.
Così ho continuato carico come un muletto sotto lo sguardo incuriosito di un paio di guardie forestali che fornicavano, fino a uno stupendo panorama che abbraccia la città di Palermo nella sua interezza con tutto il fascino di un posto mediterraneo. Anche stavolta sono riuscito alla fine a tornare sano e calvo, nel fresco monastero, tra uomini che si danno il tipico singolo bacio sulla guancia destra siciliano e tra le bellissime ragazze palermitane tutte con il loro colorato e rinfrescante ventaglio.

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