25 luglio 2011

Paradossi visceralmente cattolici

Paradossale
Già a partire da Paolo di Tarso (Prima lettera ai Corinzi, I, 17-29), il cristianesimo viene visto come una teologia molteplicemente paradossale: esso predica infatti un Dio che si fa uomo, un immortale che diventa mortale, un onnipotente che finisce crocifisso, una sapienza rivolta agli ignoranti, una ricchezza riservata ai poveri, una potenza destinata ai deboli. La fede cristiana viene esplicitamente descritta da Paolo come lo scandaloso manifestarsi della divinità nel paradosso, che sconfigge la ragione dell'uomo.

Menzognero
Benché apparentemente blasfemo, il tema della menzogna divina non è trascurato nella Bibbia: ad esempio, il Salmo 89 accusa esplicitamente Iahvè di aver rotto il patto stipulato con Davide, e di non avere mantenuto gli impegni presi con il popolo eletto.

Debole
Ma è nel Libro di Giobbe che le contraddizioni divine esplodono: tormentando ingiustamente un uomo giusto che, nonostante tutto, mantiene salda la fede, Iahvè si rivela moralmente inferiore a lui. Nella Risposta a Giobbe Jung isola in questo episodio il germe dell'incarnazione: poiché il Creatore si è rivelato inferiore alla creatura e in possesso soltanto di una coscienza indifferenziata, egli decide di farsi uomo per migliorarsi e acquistare maggiore coscienza, e di morire in espiazione dei peccati che lui stesso ha commesso nei confronti dell'umanità.

Dal Vangelo secondo la scienza, P. Odifreddi

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